Essere a Roma ed essere in Calabria: ricordare Giovanni Puccio e parlare del presente, della nostra terra e delle persone a noi care.
Con la memoria a un dirigente di partito combattivo, acuto, entusiasta, ricordando anche una stagione politica di grandi passioni, tensioni emotive, rapporti umani. Sì, sembra incredibile parlarne oggi, nell’epoca della politica dei tweet e dei talk-show, ma Giovanni era per me innanzitutto un amico, un uomo di grande valore, con cui abbiamo condiviso battaglie difficili per i diritti dei lavoratori e per il futuro della Calabria. La politica che abbiamo alle nostre spalle nel “Secolo breve” era un moltiplicatore di rapporti sociali e culturali; di percorsi umani, sorrisi, diverbi, serate passate a discutere per agire e lottare. Sempre nel pieno rispetto reciproco e, come nel caso di Giovanni, nella convinzione che il Partito dovesse essere difeso e seguito nel suo percorso evolutivo. Mi mancheranno molto il suo sorriso sincero, il suo pragmatismo e il piglio tenace di chi era pronto a ripartire dopo ogni sconfitta e a guardare oltre ogni vittoria. Per comprendere e interpretare bene il meglio della Calabria e dei calabresi.
Giuseppe Soriero